C’era una volta un Re

C’era una volta un Re

In terre lontane, viveva un re i cui sudditi erano disposti a fare cose straordinarie per lui. Questo perché egli governava con saggezza e amore.           Il governare da noi è spesso inteso come comandare, imporre le proprie idee, impartire ordini, sfruttare la propria posizione per vantaggio personale, essere avvezzi al raggiro; cercare di convincere che il benessere passi attraverso il consumare e non attraverso il vivere l’essenziale e l’ascolto di se stessi, cercare di convincere che la giustizia possa essere costruita a tavolino: “è giusto ciò che io decido che è giusto”, adoperarsi per comprare la giustizia … come una volta si compravano le indulgenze, ma torniamo al re.

Quel re non la pensava come noi, egli viveva una vita in piena consapevolezza e intima responsabilità. Al mattino si svegliava prima degli altri e la sera si ritirava per ultimo perché riteneva che governare dovesse essere all’insegna del servizio.

Da giovane aveva avuto un istitutore con il compito di seguirlo, servirlo e soprattutto farlo giocare, facendogli conoscere la vita. L’istitutore era un esperto giardiniere, così il re in giovane età si trovò spesso con il suo istitutore nei giardini reali, imparò ad annaffiare, imparò a zappettare a concimare a sradicare erbe infestanti, a difendere i fiori dai parassiti. Con queste cure i giardini reali erano meravigliosi. Altre volte l’istitutore si recava nelle stalle dalle mucche, dai cavalli e da altri animali, ed ogni volta prima di andare comunicava al giovane sovrano: “vado a governare gli animali”. La giovane maestà lo seguiva felice, aiutava in quelle che molti di noi ritengono cose umilianti. Strigliava i cavalli, mungeva le mucche, ripuliva le lettiere dal letame, portava abbondante foraggio con il forcone. Gli animali erano felici e ricambiavano con la fedeltà e senza risparmiarsi nel lavoro, quando gli veniva richiesto. Il giovane re crebbe felice come un bravo giardiniere e come un bravo contadino, così un giorno quando suo padre, che aveva impegni più importanti, gli lasciò il trono, egli applicò tutte le sue conoscenze avendo cura dei suoi sudditi come i giardinieri hanno cura dei loro fiori e i contadini hanno cura dei loro animali.

Il nuovo re era capace solo di governare servendo. In quel regno lontano crescevano i fiori più belli del mondo, gli animali e la gente vivevano nella gentilezza in pace ed armonia.

Che la luce benedica tutti i servitori.

Moreno

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